Imaginary Fred/Eoin Colfer/Oliver Jeffers/Harper Collins

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“Just beacause a friendship is imaginary, doesn’t mean it’s not real”.

Dopo Beekle di Dan Sadat un’altra storia che ha come protagonista un amico immaginario.

Una storia straordinariamente attuale e profonda raccontata con geniale leggerezza da Eoin Colfer e illustrata da Oliver Jeffers con pochi colori e tratti essenziali, quasi come a non voler strafare, perché l’attenzione rimanesse tutta sulla storia e sui suoi significati profondi.

Sam è un bambino solo, solo in maniera triste perché la solitudine può essere divertente, ma solo i primi cinque minuti (quanto è vero, per me!).

Occorre una combinazione di eventi eccezionale per far apparire un amico immaginario, che dal cielo atterri sulla terra invocato dal triste bambino di turno; Sam è fortunatissimo e un bel giorno appare Fred.

Ma anche Fred è fortunatissimo perché Sam è proprio l’amico reale che cercava: appassionato di libri (esilarante l’immagine di Fred che legge Lost and Found di Jeffers e di Sam che legge Artemis Fowl di Colfer), di musica, di teatro, di fumetti.

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Una serie di esperienze condivise, di “fare finta di”, di avventure e di progetti più o meno realizzabili rende il rapporto  tra Fred e Sam un’amicizia bella e molto, molto vera. I due amici si autodefiniscono il “Dramatic Duo”.

Il punto di vista è quello di Fred, che è al settimo cielo ma che sa anche che presto o tardi succederà quello che ha già visto succedere molte altre volte: arriverà un amico vero per Sam, e lui diventerà sempre più trasparente fino a tornare nel cielo in attesa di un altro bambino solo.

E puntualmente l’amico vero arriva, o meglio…l’amica, la buffa e intelligente Sammi, che ama la musica, leggere, disegnare e illustrare fumetti.

Con angoscia Fred continua a osservare le sue braccia, convinto di essere ormai sul punto di sparire.

Incredibilmente Fred è visibile anche a Sammi, cosa assai rara; Sam e Sammi gli raccontano che non lo lasceranno andare via perché Fred completerà il loro stupendo quartetto, che si  esibirà presto in teatro e che dovrà provare molto duramente per essere all’altezza delle aspettative.

Quartetto? E il quarto? Fred è senza parole e piuttosto nervoso, ma ecco Frieda, l’amica immaginaria di Sammi, che si presenta con un violino sottobraccio, un sorriso contagioso e un’aria severa e al tempo stesso irresistibile.

Il “Quarreling Quartet” è formato, molte avventure, discussioni ed esibizioni attendono i quattro amici.

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La magia di un’amicizia che nasce, e che riesce a essere un duo e poi un quartetto, è meravigliosamente descritta con ironia e profondità.

Le affinità tra amici, la paura di perdere qualche cosa di esclusivo e immensamente prezioso, la gelosia e al tempo stesso l’eccitazione per il nuovo, la capacità di adattarsi e condividere, il sentirsi importanti: tutte queste emozioni inaspettatamente tornano vive nel lettore che le rivive attraverso Fred.

Fred ha paura di sparire, non è forse lo stesso sentimento che proviamo noi quando pensiamo di essere soli, di essere dimenticati da coloro che amiamo?

Il quartetto cresce e nel tempo i fumetti per Sam e Sammy diventano meno interessanti delle graphic novels, non c’è più troppo tempo per la musica e il debutto a teatro sarà soltanto per il Dramatic Duo, questa volta composto da Fred e Frieda.

Sam e Sammi passano sempre più tempo insieme ma Fred e Frieda non scompaiono, anzi!

Essi rimarranno amici per sempre nel mondo reale, e non torneranno mai nel cielo dove in loro onore ancora oggi si vede una statua.

Molti scienziati immaginari hanno studiato questo incredibile caso, ma non hanno trovato spiegazioni scientifiche, perché l’amicizia  è amicizia, che sia reale oppure immaginaria.

Trovare le parole e le immagini giuste per parlare di solitudine, di sentimenti e di quotidianità è un atto dovuto ai giovani lettori.

La storia parla di bambini dal punto di vista dei bambini, in maniera non banale, ma vera e autentica. Considero questo albo illustrato assolutamente imperdibile, anche per la capacità dell’autore e dell’illustratore di definire personaggi non stereotipati, veramente credibili e pieni di vita (anche immaginaria!).

Spero che Fred possa arrivare in molte case, per alleviare piccole e grandi solitudini, per fare sorridere, per far nascere domande sulla vita e i suoi fatti straordinari.

L’amicizia vera, se la desideriamo veramente, non scompare mai.

Fred e Frieda ne sono la prova.

 

 

 

 

 

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